mercoledì 23 maggio 2012

The last song

The last song

(Julie Ann Robinson, 2010)


Ronnie, una ragazza di diciassette anni, e il suo fratellino devono passare un’estate con il padre, Greg, che non vedono da anni, perché separatosi dalla madre. E in questa romantica cittadina assolata della Georgia, nonostante le incomprensioni e le perplessità iniziali, il rapporto tra i tre diventerà sempre più stretto e Ronnie, nonostante le difficoltà dovute all’età adolescenziale, la relazione complicata con il padre e le cattive amicizie, troverà l’amore e riscoprirà l’amore per la musica, passione che condivideva con Greg.

È iniziata la sessione estiva degli esami e io ho meno tempo per vedere i film, quindi questa settimana ho deciso di concedermi qualcosa di poco impegnativo e un po’ romantico. Dopo attente ricerche eseguite con metodi scrupolosi, ho deciso di vedere The last song per via del protagonista maschile, Will, interpretato da Liam Hemsworth, fratello minore dell’ultimamente celebre Chris “Thor” Hemsworth, che avevo avuto modo di ammirare, anche se per poco, in Hunger games.
Sì, le premesse non sono particolarmente promettenti, soprattutto se si pensa che la protagonista del film è Miley Cyrus, idolo delle teenager. Ma ho deciso di passare oltre a questi miei pregiudizi, anche perché il film è basato sul libro “L’ultima canzone” di Nicholas Sparks, di cui mia madre mi canta spesso le lodi.

Ahimè, il film non mi è piaciuto affatto. Ho trovato la trama superficiale e ricca di luoghi comuni, mentre i punti di maggiore interesse trascurati in favore del lato romantico della storia.
Ci sono alcuni nodi problematici, per esempio il rancore che Ronnie prova per il padre, il senso di colpa del padre per essere stato un genitore assente e per l’incendio della chiesa della città di cui si ritiene che lui sia il colpevole (parte che secondo me ha difficoltà a inserirsi all’interno del resto della trama). Tutti questi nodi vengono risolti sbrigativamente alla fine e durante il film sono solo accennati. Lo stesso avviene riguardo all’amore per la musica che lega il padre alla figlia, il loro vero punto di contatto, a cui del resto si deve il nome al libro e al film, che trova spazio solo negli ultimi dieci minuti; così come il finale tragico a cui non si è preparati, perché la maggior parte dello spazio narrativo è dedicato a Ronnie e al suo rapporto con le persone che conosce nella città.
In particolar modo, non ho apprezzato la storia romantica con Will, perché davvero satura di cliché e banale, soprattutto per il fatto che, in mancanza di eventi con cui arricchire la trama, la relazione tra i due viene complicata da falsi problemi dovuti semplicemente al comportamento infantile della protagonista. Ad esempio quando Ronnie si arrabbia con Will perché lui non le aveva detto di essere ricco (???) o perché lui ha avuto altre ragazze, e lui, giustamente, si limita a giustificarsi dicendo che sì, le ha avute, ma prima di lei, quindi non vede dove stia il problema. E nemmeno io.
Tutto questo viene poi condito da episodi di buonismo davvero stucchevole, perché, nonostante Ronnie abbia un’amica che ne combina di tutti i colori, lei la perdona sempre e continua ad essere buona e gentile perché in fondo in fondo è una ragazza dabbene, anche se nasconde il suo cuore d’oro sotto abiti finto-dark.
Mi rendo conto che queste caratteristiche sono state inserite nel film perché il target di riferimento è più giovane di quanto sia io e si vuole proporre un’idea di amore e di comportamento in generale decisamente idealizzato e in linea con il personaggio di Miley Cyrus in Hanna Monatana. Però è anche vero che i libri di Sparks sono per un pubblico adulto, quindi mi chiedo se il romanzo non sia stato totalmente snaturato (probabilmente in vista di un maggiore guadagno), anche se ho notato che è stato lo stesso Sparks a scrivere la sceneggiatura del film.
In conclusione, penso che chi ha voglia di vedersi un film romantico, possa trovare sicuramente di meglio e soprattutto trovo che il personaggio della protagonista sia poco riuscito, mentre quello di Will sia abbastanza piatto, non mi ha fatto né caldo né freddo. E in tutto questo il caro Liam Hemsworth manca di carisma! E non è nemmeno così figo.


2 commenti:

  1. No dai...un po figo anche si! Insomma io non lo butterei via!

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  2. A me il film è invece piaciuto molto e l'età da teen-ager (almeno anagraficamente) l'ho passata da un pezzo).
    Credo che non è solo un problema di target, ma anche il fatto che l'obbiettivo era anche di descrivere realmente il modo d pensare e di agire dei ragazzi di oggi...un giorno sul melo e un giorno sul pero...ma non tutti sono totalmente superficiali e, nonostante i comportamenti infatili che quasi tutti hanno, alcuni sono capaci poi di gesti responsabili da adulti.
    Vero un po' troppo mieloso...ma le storie d'amore tra ragazzini non sono così....anzi forse dovrebbero essere maggiormente così, perchè oggi giorno, nella maggiorparte dei casi, due fidanzatini già a 13-14 anni finiscono "a letto" assieme immediatamente. E "a letto" lo metto tra vigolette perchè il luogo dove spesso vengono consumati questi rapporti sono veramente tristi: un bagno della scuola, un divanetto durante un'uscita pomeridiana in discoteca, ecc. ecc.
    E' bello vedere per una volta un film dove il sesso viene lasciato fuori dalla porta della sala cinematografica: eccezione più unica che rara!
    V.a.

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