lunedì 7 maggio 2012

Gocce d'inchiostro - Un ponte sull'eternità

Un ponte sull'eternità

di Richard Bach


Tutti voi conoscerete certamente l'autore (nonché protagonista) di questo libro. Egli è infatti divenuto molto famoso per il celeberrimo libro "Il gabbiano Jonathan Livingston".
La lettura de "Il gabbiano Jonathan Livengston" è stata per me deludente. Ho trovato infatti la trama noiosa e scontato il messaggio che questo libro tenta di trasmettere. Credo altresì che Bach abbia dato il meglio di sé con queste altre due opere: Un ponte sull'eternità e Via dal nido. Consiglio vivamente la lettura di entrambi questi libri.
Oggi vi parlerò del primo: Un ponte sull'eternità.
Il libro racconta la storia dell'autore stesso che, giunto ad un'età matura e stanco della propria solitudine, sente intesamente il bisogno di trovare la compagna giusta, l'anima gemella (ma esiste l'anima gemella?). Quella con cui poter costruire insieme qualche cosa di Vero, una persona con cui realizzare appunto un ponte sull'eternità.
Inizialmente l'autore tenta un approccio estremamente razionale. Comincia con il domandarsi come dovrebbe essere la propria anima gemella: che caratteristiche imprescindibili dovrebbe possedere e d'altro canto che caratteristiche sarebbero per lui assolutamente inaccettabili. Insomma cerca di crearsi un modello, in modo da poter poi confrontare le donne che incontrerà a questo modello e poter così facilmente capire se possono essere "compatibili". Questo modo di ragionare mi appare molto diffuso, soprattutto tra il genere femminile. Quante donne infatti costruiscono nella propria mente l'immagine fantasiosa di come debba essere il proprio "principe azzurro". E quante poi si legano ad una persona che per certi aspetti assomiglia a questo "principe azzurro" ma per molti altri, ovviamente, no. E allora si buttano, lo sposano, o decidono comunque di vivere e condividere la vita con lui; cercando in ogni modo di uniformarlo, di cambiarlo per renderlo il più simile possibile al proprio modello mentale di "principe azzurro". Ma prima o poi si deve fare i conti con la realtà e giunge il momento in cui si comprende che non si possono "cambiare" le persone e nella maggior parte dei casi sappiamo bene come vanno così a finire queste "storie d'amore".
Ma fortunatamente la storia di Richard Bach prende una piega decisamente differente. Non vi racconto come si sviluppa la bellissima storia di Amore (con la A maiuscola) descritta nel libro, ma ciò che Bach arriva a comprendere è che l'Amore non può essere rinchiuso in schemi logici precisi. Sappiamo tutti, infatti, che quando una persona si innamora, diventa "stupida", comincia a fare cose che agli occhi di tutti sembrano assolutamente illogiche. Arriva persino a sopportare e accettare cose che appaiono assurde non solo agli occhi degli altri ma cose che egli stesso non avrebbe mai pensato di poter mai accettare. E così ogni progetto, ogni ragionamento logico, viene travolto e spazzato via in un lampo. Perchè? Perchè vero Amore significa accogliere l'altro, accettarlo e non tentare di possederlo, cambiarlo e così consumarlo. Quando una persona è innamorata arriva ad amare persino i difetti del proprio compagno.
Tutto è così tremendamente assurdo e tutto è così assolutamente stupendo. L'Amore è un Grande Mistero, che io non sono in grado di poter spiegare a parole, ma quando lo vivi e lo senti dentro si arriva veramente a percepire concretamente l'eternità.

Concludo con una citazione del libro:

Se "amore" non fosse una parola contorta e mutilata dalla possessività e dall'ipocrisia, se fosse una parola che significasse quello che io voglio che significhi, ebbene, avrei potuto trovarmi sull'orlo di credere che ero innamorato di lei...

Magari dopo aver letto il libro, sarebbe simpatico se voleste rispondere nei commenti a questo quesito: esiste l'anima gemella? Richard Bach ed io crediamo di sì. Voi?

Buona lettura
V.a.

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