L’autore adotta uno stile di scrittura fluido, semplice, immediato, molto accessibile; inizia ripercorrendo la vita e le valorose imprese degli antenati del protagonista, in un’atmosfera di mistero in cui la realtà storica si intreccia indissolubilmente con i racconti della tradizione mongola. E’ appassionante scoprire le loro credenze, il fervore religioso nei confronti dell’Eterno Cielo Azzurro (divinità cui Gengis Khan era particolarmente devoto), le abitudini e le convenzioni sociali non scritte ma rispettate all’unanimità.
Grousset giunge quindi a raccontare il periodo della nascita e della prima infanzia dell’eroe mongolo, le disavventure che dovette affrontare in seguito alla morte del padre, gli eventi che lo temprarono facendo di lui il conquistatore coriaceo e instancabile che conosciamo.
Attraverso una narrazione avvincente lo scrittore svela tratti inaspettati di Temujin, dei quali la storiografia si è disinteressata: il suo affetto per le mogli (fra i popoli mongoli vigeva il costume della poligamia), la curiosità verso i tipi più disparati di culture, l’apertura mentale che lo indusse a prendere al proprio servizio i più abili funzionari dei popoli conquistati. Colui che è ritenuto il barbaro per eccellenza, era in realtà sempre disposto ad ascoltare consigli, a riconoscere la saggezza altrui, ad apprezzare il coraggio degli avversari più meritevoli; detestava i desertori, e condannava in modo terribile i nemici che tradivano il proprio signore per convenienza!
Questi e tanti altri aspetti sconosciuti concorrono a svelare il lato più “umano” Genigis Khan; René Grousset ne sottolinea le doti, senza tuttavia peccare di parzialità dimenticando i lati negativi del suo carattere e delle sue azioni. Al termine della lettura si percepisce di aver compreso a fondo quel condottiero che fu in grado di unire sotto la propria egida etnie e mondi completamente diversi fra loro, dalle steppe asiatiche alla Cina dei Re d’Oro, fino ai confini dell’Europa. Non male come impresa, compiuta in meno di quarant’anni da un orfano costretto a farsi da sé, cresciuto e vissuto a cavallo, nomade rozzo e analfabeta! La sua grande intraprendenza, la ferrea determinazione e e l’ascendente che esercitava su chiunque lo incontrasse: questi furono i segreti della sua formidabile impresa.
Vi suggerisco di aprire il libro aspettandovi di rimanere sorpresi, perché sarà così!
P.s. Un consiglio: non è per deboli di cuore, perché la ricostruzione cerca (giustamente) di essere veritiera, e le punizioni adottate dai Mongoli nei confronti dei nemici, e viceversa, non erano delle più innocue…
Non rimane che dire buona lettura!
Francis
Non rimane che dire buona lettura!
Francis
Sembra parecchio interessante, non ne avevo mai sentito parlare! Comunque a me piacciono molto i libri dedicati a grandi personaggi del passato!
RispondiEliminaAllora credo che ti piacerebbe molto =)
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