mercoledì 18 aprile 2012

I ragazzi stanno bene

I ragazzi stanno bene

(Lisa Cholodenko, 2010)


Jules e Nic, una coppia lesbica, hanno due figli concepiti tramite inseminazione artificiale. Quando Joni, la figlia più grande, compie 18 anni, lei e il fratello, Lazer, decidono di contattare e di cercare di conoscere il loro padre biologico (comune per entrambi). Paul, un quarantenne che gestisce un ristorante, verrà quindi a far parte della famiglia, mettendo in moto nuovi meccanismi, mettendo alla prova gli equilibri familiari e scatenando rivalità e gelosie.

Se si decide di vedere I ragazzi stanno bene, bisogna mettere da parte tutti i pregiudizi e sforzarsi di essere di mente aperta per gustarsi quello che è un ottimo film. 


In Italia non credo che abbia avuto molto successo, forse perché effettivamente si parla di una realtà lontana dalla maggior parte di noi e soprattutto di una realtà scomoda; ma I ragazzi stanno bene è stato candidato a ben 5 premi Oscar e ne ha vinti un’infinità di altri, che credo si meriti tutti o quasi.
Questo film parte da una situazione assolutamente anomala, una famiglia con due mamme, i cui figli decidono di conoscere il loro padre. Un inizio che potrebbe far pensare ad un drammatico sviluppo della storia, ma che invece prosegue con una più o meno pacifica accettazione di questa nuova figura all’interno del nucleo familiare. Infatti, quella che ci viene presentata, è una famiglia felice, alla cui base sta una coppia solida e molto legata, che dopo una ventina d’anni di matrimonio è ancora capace di volersi bene e di raccontare del loro primo incontro emozionandosi. Tutta questa situazione viene confrontata invece con quella di Paul, adulto forse rimasto ancora un po’ adolescente, con una situazione sentimentale instabile, donnaiolo, che dedica tutto se stesso alla nuova esperienza di essere padre. Paul, che all’inizio sembra perfettamente adatto a queste nuove responsabilità, finirà col forzare la mano con le dinamiche che si stanno creando. Tutto preso dal ruolo di papà perfetto, forse inebriato dall’affetto sincero che gli dimostrano i suoi figli (e che probabilmente non ha mai provato con nessuna delle donne che gli girano intorno), anche se spinto dalle migliori intenzioni, si avvicina troppo a Jules compromettendo la relazione tra lei e Nic e mettendo alla prova il suo rapporto con Joni e Laser.
Il film ci mostra una serie di situazioni che si possono riscontrare in qualsiasi normale famiglia: i turbamenti amorosi di Joni, le faticose amicizie dei due ragazzi, che devono avere a che fare con ragazzi non del tutto compatibili con loro, il passaggio all’università di Joni, il rapporto non sempre di armonia tra genitori e figli, le difficoltà di una coppia che sta insieme da tanti anni e che, pur continuandosi a voler bene, risente della routine e dei difetti del partner.
La regista (che è omosessuale e che anch’essa ha avuto un figlio per inseminazione artificiale) sembra quasi volerci dire che forse è più naturale una situazione familiare come quella di Jules e Nic, che hanno una famiglia che si può, nonostante tutto, ricondurre ai valori più tradizionali, che quella di Paul, un po’ egoista e che incarna l’uomo di mezza età con la sindrome di Peter Pan. La morale del film sembra volerci dire che l’importante è che in una famiglia ci sia del vero affetto. Infatti, nonostante Joni e Lazer abbiano due mamme, non presentano particolari problemi, se non quelli di un qualsiasi comune adolescente.
Quindi, anche se non si condivide il messaggio che vuole trasmettere la regista, penso che I ragazzi stanno bene sia un film godibilissimo, che non diventa mai pesante, volgare o banale. È un film che fa sorridere e riflettere, frizzante, che fa funzionare bene le tempistiche e che non ha tempi morti (che sono quasi sempre inevitabili). Come tipo di film mi ricorda molto Little Miss Sunshine (J. Dayton e V. Faris, 2006), che racconta delle difficoltà di una famiglia particolare, ma alla quale si impara a voler bene e in cui riconoscersi.
Infatti credo che il film sia giocato proprio su questo: lo spettatore si trova a provare empatia per i componenti di una famiglia solo apparentemente inconsueta.
Bisogna anche dire che il film è bello perché sostenuto da ottimi attori: le due mamme sono interpretate da Annette Bening e la come sempre favolosa Julianne Moore. Al loro fianco troviamo Mark Ruffalo (che vediamo già al fianco di Julianne Moore in Cecità), che ho trovato davvero adatto per interpretare Paul, con la sua aria un po’ scanzonata.
Interessante anche la scelta dei due ragazzi, con cui la Cholodenko ha anticipato le tendenze degli ultimi due anni: Mia Wasikowska, attrice australiana di origini polacche che ultimamente si vede un po’ ovunque (Albert Nobbs, Jane Eyre, L’amore che resta, Alice in Wonderland) e che, nonostante possa inizialmente apparire un po’ scialba, è perfetta nel ruolo di ragazza dolce e gentile. Lazer è invece interpretato da Josh Hutcherson, che sarà il protagonista dell’attesissimo Hunger Games, in uscita il 1° di maggio.



Lelisa

5 commenti:

  1. Personalmente non condivido il messaggio che vuole trasmettere la regista; per me esiste una sola tipologia di famiglia: padre+madre e più eventuali figli. E non perchè voglia fare il bigotto, ma semplicemente perchè è Madre Natura che lo impone. Che poi l'Uomo con i suoi sforzi riesca pure ad illudersi (si perchè di illusione si tratta: infatti il seme del papà, almeno fino ad ora, è sempre comunque strettamente necessario per procreare, l'ovulo non basta!) di opporsi a Madre Natura è un altro dato di fatto. Ma occorre essere consapevoli del fatto che si sta andando (o ci si illude di poterlo fare) contro le Leggi Naturali.

    Infine il fatto che "una famiglia" con due mamme e un papà possa funzionare è dimostrazione che sia proprio "un film"; la vita reale è ben diversa. Non illudiamoci!

    m.m.

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  2. La vita reale è ciò che ognuno di noi vive...e quindi credo che la mia " famiglia" sia perfetta anche se ha solo una madre ma non un padre o un marito...credo che i matrimoni o le famiglie perfette non esistano.
    Perciò mi domando è più giusto avere una famiglia dove gli adulti sono esempi di tradimenti e di sofferenze o è più giusto avere una famiglia dove gli adulti sanno prendersi delle reali responsabilità'?
    m. m. hai scritto bene la vita reale è un' altra cosa...ma anche la tua è reale...quanto e come la mia!
    E io, mamma sola, non vorrei avere vicino un marito " qualunque" o un padre normale.
    Anche perchè quelli che ho conosciuto non mi piacciono ma sopratutto non sono felici.
    Io a tratti, invece, lo sono da morire!

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    1. infatti, tu stessa confermi che la vita reale non è "perfetta" e che anche la tua "famiglia" è imperfetta (come lo sono tutte).
      Sul discorso più giusto o meno giusto, non so proprio cosa dire: io credo che ci siano molte cose poco giuste in quasi tutte le famiglie, ma in qualche famiglia fortunamente si respira ancora un'aria che ha qualche cosa di speciale, magari non sempre, magari non tutti i giorni. Infatti si coglie che, nonostante tutto, si riesce (almeno ogni tanto) ancora ad amare...e per questo, e solo per questo, anche una famiglia imperfetta può andare avanti (e non indietro come fanno purtroppo molte).

      m.m.

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  3. Neanche io sono d'accordo con il tipo di famiglia che qui viene proposta. Non ho nulla contro le coppie omosessuali, ma credo che non dovrebbero poter avere dei figli.
    Ciò nonostante, il film mi è piaciuto molto, è fatto molto bene, ma chiaramente la regista ha voluto esprimere la propria opinione e ha trattato questo tema dal suo punto di vista.

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