mercoledì 1 agosto 2012

Biancaneve


Biancaneve

(Tarsem Singh, 2012)


Biancaneve ha appena compiuto diciotto anni e la Regina, temendo che che possa rubarle il trono e superarla in bellezza, decide di farla uccidere da Brighton, suo fido servitore, il quale però farà marcia indietro all'ultimo secondo. Così, mentre la Regina cerca di organizzare il matrimonio con un principe bello e ricco (grazie al quale tutti i suoi problemi finanziari sarebbero risolti), Biancaneve, unitasi ai Sette Nani, progetta la rivolta.

Il 2012 è l'anno di un nostalgico (ma nemmeno troppo) ritorno alle fiabe, innanzitutto le serie televisive americane Once Upon A Time e Grimm e poi i ben due film dedicati a Biancaneve: questo di Singh e Biancaneve e il Cacciatore di Rupert Sanders.

Questo film segue le linee conduttrici della fiaba originale, quella da tutti conosciuta grazie a Walt Disney, ma se ne distanzia in modo più moderno ed originale.
Le novità sono i veri punti di forza: innanzitutto la vicenda viene narrata dal punto di vista della Regina cattiva e l'atmosfera gotica disneyana (visibile solo in pochi particolari) lascia lo spazio ad una travolgente ironia.
Il vero fulcro del film è la già nominata Regina cattiva, che vorrebbe assurgere al ruolo di protagonista, ma che alla fine deve lasciare questa parte alla giovane e più bella figliastra. E' la voce della Regina che introduce la vicenda e fin dai primi minuti non si può che provare un'irresistibile simpatia per lei, capire il suo punto di vista e forse anche arrivare a parteggiare per questa cattiva sui generis. Il lato oscuro della forza non è mai stato così attraente e divertente: questo personaggio è caratterizzato da un'ironia, da un sarcasmo, da un carisma e da una sagacia così convincenti che arriva davvero a sostenere sulle proprie spalle la riuscita dell'intero film. 


La Regina è il personaggio fiabesco più moderno all'interno del film, non si può non ritrovarsi un po' in lei: come il personaggio classico, è preoccupata dal svanire della propria bellezza, ma per combattere i segni del tempo è disposta a sottoporsi a trattamenti che vanno dalle sanguisughe alle maschere facciali a base di guano; non è immune al fascino maschile, tant'è vero che quando è costretta a parlare ad un Principe Andrew a petto nudo non riesce a concentrarsi sul proprio discorso e, infine, esprime quello che in fondo in fondo è un po' il pensiero di tutti: Biancaneve così perfettina, (troppo) ingenua, (troppo) buona, (troppo) bella alla fine è davvero un po' irritante. Tanto che l'acutezza e l'arguzia delle sue osservazioni rendono questo film, oltre che una fiaba moderna, una fiaba per adulti.
Ovviamente l'effetto di fascinazione è aiutato dal fatto che questa antagonista sia interpretata da una splendida Julia Roberts al massimo della forma.
Biancaneve invece è la poco conosciuta Lily Collins, ma se fate attenzione al cognome un campanellino in testa forse vi suona: infatti si tratta della figlia del bravissimo Phil Collins. Molto brava, ma forse messa in ombra dalla bellezza, bravura e simpatia di Julia Roberts. Biancaneve, pur rimanendo una deliziosa e amorevole fanciulla, si fa qui più furba, infatti fugge dal castello perché vuole vedere con i suoi occhi la disastrosa situazione in cui si trova il suo popolo per colpa della Regina (che usa tutte le entrate delle tasse che opprimono i sudditi per organizzare favolose feste), si allea con i Sette Nani, impara a combattere e, alla fine, rifiuta la famosa mela avvelenata.


Altri personaggi vincenti sono sicuramente i Sette Nani, che non sono più simpatici minatori, ma banditi coraggiosi e risoluti e cambiano addirittura nome, diventando così personaggi decisamente diversi  da quelli classici, con nuove caratteristiche e forti personalità. Saranno infatti loro a riuscire a tirare fuori il meglio di Biancaneve e saranno decisivi per la battaglia finale.

Infine abbiamo il Principe (Armie Ammer), che non compare più solo nella scena finale, ma è causa motrice della maggior parte delle vicende che accadono nella storia, grazie alla sua ricchezza a cui ambisce la Regina e il suo cuore d'oro a cui invece "ambisce" Biancaneve. Tuttavia anche lui, non è il tipico principe azzurro, l'uomo perfetto che ogni fanciulla sogna, ma è caratterizzato da una bonaria stupidità di fondo, e il suo essere un po' sbadato e maldestro sostiene il clima rilassato e divertente di tutta la storia, assicurato anche da altri personaggi spassosissimi come l'aiutante della Regina, Brighton, e il valletto del Principe Andrew.


La trama, pur essendo molto semplice e in alcuni punti un po' debole, è buffa e un po' farsesca ed è funzionale ad un film che ha come scopo divertire lo spettatore. L'unica nota negativa è forse il finale alla "Bollywood", con cui probabilmente il regista ha voluto fare un omaggio alle proprie origini indiane, che però è esagerato e non c'entra proprio nulla con il resto del film. Non mi è piaciuta anche la soluzione innovativa che è stata trovata per lo Specchio, ma in fondo si tratta di una piccolezza.
Un'osservazione particolare va fatta però ai paesaggi meravigliosi in cui il film è ambientato, alla fotografia e soprattutto agli splendidi costumi indossati da tutti i personaggi, la cura dei particolari è elevatissima e si nota in moltissime scene (ad esempio quella del ballo, dove ogni personaggio ha un costume che si richiama ad un diverso animale).  


Lo stile della regia di Tarsem Singh è meraviglioso ed è tipicamente sua questa attenzione ai dettagli e soprattutto all'impressione visiva del film, il cui miglior esempio è The Fall (2006).


1 commento:

  1. Non male il film anche se a tratti pare che il 90 % del budget sia andato via per la Roberts e con il restante 10 % hanno fatto il resto del film. Storia originale.

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